
AUPI, CNOP e Altrapsicologia: una storica unità sul ruolo dei Consultori familiari
È con un sincero e grande piacere che scrivo questo articolo, per evidenziare un momento di rara, se non unica, convergenza nel panorama della rappresentanza psicologica italiana: AUPI, CNOP e Altrapsicologia si trovano uniti e concordi su una questione cruciale che riguarda l’identità e l’efficacia dei nostri Servizi sanitari territoriali: il ruolo dei Consultori familiari in relazione alle richieste dell’Autorità Giudiziaria.
Questa unità di intenti è emersa con forza in risposta alle criticità contenute nella bozza del Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) 2025–2030.
Il nodo della contesa: confusione di ruoli
L’elemento centrale di preoccupazione per tutte le sigle professionali riguarda la sezione del PANSM intitolata “Consultori familiari e richieste specifiche dell’Autorità Giudiziaria“.
L’Associazione Unitaria Psicologi Italiani (AUPI), per voce del Segretario Generale Ivan Iacob, ha inviato, al Ministero della Salute e alla Conferenza Stato-Regioni, un documento dettagliato e completo che espone le criticità, sostenendo che, se non rimosse, tali previsioni metterebbero ancora in crisi il normale funzionamento istituzionale dei Consultori. L’AUPI esprime forti perplessità sul fatto che il testo attribuisca al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) compiti che esulano dalle funzioni proprie dei Consultori, sovrapponendo attività di natura sanitaria a valutazioni che appartengono all’ambito giudiziario.
Le osservazioni di AUPI si concentrano su diversi punti chiave:
- Indebito allargamento delle competenze: la confusione normativa porta ad un allargamento delle funzioni dei Consultori familiari verso attività tecnico-giudiziarie che non rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
- Violazione del consenso informato: l’attribuzione di funzioni valutative o di prescrizione di trattamenti ai genitori (adulti) da parte dell’Autorità Giudiziaria contrasta con il principio del consenso informato libero (Art. 32 Cost.)
- Confusione terminologica: viene evidenziata una sostanziale differenza tra “capacità genitoriale” (valutata in contesti di separazione e divorzio, tipicamente tramite CTU giudiziaria, e non è un’attività sanitaria) e “idoneità genitoriale” (riferita all’ambito delle adozioni e ricompresa in parte nelle attività medico-legali dei LEA, Allegato 1 – G2)
- Richiesta di Stralcio: per tutte queste criticità, l’AUPI chiede con forza e determinazione lo stralcio integrale del paragrafo in questione dalla bozza del PANSM
La conferma del consenso
Questo allarme non è rimasto isolato, ma è stato prontamente amplificato e condiviso dalle altre principali organizzazioni:
Altrapsicologia (per voce della Presidente Fortunata Pizzoferro), pur riconoscendo i progressi generali del PANSM, ha sottolineato che permangono criticità di impostazione. In un passaggio fondamentale, Altrapsicologia ha espressamente ripreso e rafforzato la posizione di AUPI, evidenziando che le osservazioni del Sindacato “hanno già evidenziato criticità rilevanti: la confusione tra funzioni sanitarie e richieste giudiziarie, l’impropria inclusione della mediazione familiare tra i compiti dei consultori, la sovrapposizione fra concetti giuridici e psicologici”. Secondo Altrapsicologia, il Consultorio dovrebbe essere un presidio di prevenzione, valutazione e sostegno, e non il braccio tecnico delle valutazioni tecnico-legali, né deve avere il compito di certificare o giudicare.
Anche il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP), per voce della Presidente Maria Antonietta Gulino, pur esprimendo soddisfazione per l’accoglimento delle sue indicazioni sulla Psicologia di Assistenza Primaria, ha chiaramente indicato che “Restano ancora importanti criticità di impatto del Piano sulle attività previste in capo ai Consultori”. Il CNOP ribadisce quindi la necessità di continuare l’attività di interlocuzione per la ridefinizione delle funzioni della psicologia in questo specifico ambito e auspica che si arrivi al necessario chiarimento dell’inquadramento dell’attività professionale degli psicologi anche nei confronti dell’Autorità Giudiziaria.
Un segnale di forza
Il fatto che sindacato AUPI, CNOP e Associazione Altrapsicologia convergano in modo così netto sulla necessità di separare le attività sanitarie dai compiti valutativi giudiziari nei Consultori familiari, e di richiedere una chiara ridefinizione delle funzioni, costituisce un potente segnale di unità e maturità professionale.
Se Governo e Regioni accogliessero queste preoccupazioni condivise, il funzionamento dei Consultori familiari potrebbe solo migliorare, valorizzando il loro ruolo originario di tutela della maternità responsabile e supporto sociosanitario, senza confonderlo con la funzione peritale propria del sistema giudiziario.
L’obiettivo comune è chiaro: difendere l’integrità clinica e la funzione assistenziale dei Consultori, garantendo che gli interventi del SSN siano basati su evidenze scientifiche e non includano attività non assistenziali. Questa unità è fondamentale per assicurare che la Psicologia possa finalmente assumere il ruolo che merita nel nuovo quadro della salute mentale.
Il 23 ottobre 2025 ore 18 nel webinar “Il paziente per sentenza” ci confronteremo su questi temi.


