
Calabria in prima linea contro i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: una Proposta di Legge cruciale per il futuro della nostra comunità
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) rappresentano patologie complesse, non secondarie ad altre condizioni mediche o psichiatriche note, caratterizzate da persistenti alterazioni del comportamento connesso all’alimentazione, della percezione corporea e del controllo del proprio peso. Queste alterazioni determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo, compromettendo significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale della persona. Si tratta di disturbi della sfera psichica con eziopatogenesi multifattoriale, derivanti dall’interazione di fattori genetici, ambientali, psicologici e socio-culturali, inclusi lo stile di vita, il contesto familiare e sociale, eventi traumatici, condizioni socio-economiche e fenomeni come il body shaming. Tali disturbi richiedono un approccio clinico fondato su una rete integrata di interventi, basata su percorsi di cura tempestivi, multidisciplinari e personalizzati.
Se non diagnosticati e trattati precocemente con metodologie adeguate, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione possono cronicizzarsi, compromettendo in modo significativo la salute di numerosi organi e apparati, e nei casi più gravi, possono condurre anche alla morte. L’anoressia nervosa (AN) è una delle forme più severe, con un tasso di mortalità superiore di 5-10 volte rispetto alla popolazione generale della stessa fascia di età e genere. Oltre agli effetti somatici, i DNA possono compromettere le capacità cognitive e frequentemente si associano a comorbilità psichiatriche, tra cui disturbi depressivi, d’ansia, dell’umore, da uso di sostanze e di personalità.
I DNA sono ufficialmente riconosciuti sia dal DSM-5 che dall’ICD-11. Le categorie diagnostiche attuali includono Pica, Disturbo da ruminazione, Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID), Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, Disturbo da Binge Eating (BED) o disturbo da alimentazione incontrollata, oltre a disturbi con o senza altra specificazione.
Oggi, i DNA sono considerati una delle principali emergenze sanitarie e sociali a livello nazionale per l’elevata prevalenza, le gravi complicanze e l’alto tasso di mortalità. La severità clinica è aggravata dal progressivo abbassamento dell’età di esordio, con un impatto particolarmente grave tra adolescenti e giovani adulti, ma anche con bambini di appena 8-9 anni che manifestano sintomi tipici. Questa insorgenza precoce, spesso associata a malnutrizione prolungata, può compromettere lo sviluppo psico-fisico della persona, con conseguenze potenzialmente irreversibili a carico del sistema scheletrico e del sistema nervoso centrale.
La cura dei DNA è lunga, complessa e spesso caratterizzata da elevati tassi di ricaduta e cronicizzazione. L’efficacia dei percorsi terapeutici è strettamente legata alla tempestività e all’accuratezza della diagnosi, alla continuità dell’assistenza e alla qualità dell’intervento. È fondamentale l’adozione di un approccio interdisciplinare, che coinvolga in modo integrato diverse figure professionali operanti in équipe multiprofessionali coordinate.
Le attività di prevenzione e sensibilizzazione rivestono un ruolo essenziale per contrastare i fattori di rischio e rafforzare quelli protettivi. È cruciale informare e formare coloro che entrano in contatto con persone a rischio (famiglie, insegnanti, operatori sanitari e sociali) per riconoscere precocemente i segnali d’allarme e intervenire tempestivamente. Una criticità significativa è la scarsa propensione dei pazienti ad ammettere la propria condizione, a celare i sintomi e a rifiutare aiuto, spesso per timore, barriere psicologiche o mancanza di consapevolezza dei percorsi terapeutici.
Secondo l’ultima Relazione al Parlamento del Ministero della Salute (2023), in Italia si stima che circa 3 milioni di persone siano affette da DNA, di cui il 90% donne e oltre 2 milioni adolescenti. Il fenomeno è in costante crescita, con una preoccupante accelerazione post-pandemia da Covid-19. Tra il 2019 e il 2022 si è registrato un incremento del 30% nei casi di esordio precoce, con l’età media di insorgenza a soli 11-12 anni. I dati del numero verde “SOS Disturbi Alimentari” mostrano una crescita del 50% nelle richieste di prima visita, con il 59% tra i 13 e i 25 anni e il 6% sotto i 12 anni. L’anoressia nervosa è la diagnosi più frequente (46%), seguita dalla bulimia nervosa (28%) e dal Binge Eating Disorder (15%).
Nonostante l’aumento dell’incidenza, l’attuale offerta assistenziale presenta significative criticità, con una marcata disomogeneità nell’accesso alle cure e nella distribuzione territoriale dei servizi. Solo nove Regioni dispongono di una rete completa su tutti e cinque i livelli assistenziali.
La Situazione in Calabria e la Proposta di Legge
Nella Regione Calabria, il fenomeno dei DNA presenta un andamento particolarmente preoccupante. Studi, segnalazioni cliniche ed evidenze pongono la Calabria, insieme a Campania e Sardegna, tra le regioni italiane con il più alto numero di diagnosi di DNA. La Regione ha comunque dimostrato sensibilità, promuovendo iniziative e atti amministrativi per affrontare il problema.
Considerando il quadro attuale, si manifesta con forza l’urgenza di dotare la Regione di un quadro normativo chiaro e operativo. Per rispondere a questo bisogno crescente di salute pubblica e garantire il diritto alla cura, è stata presentata una Proposta di Legge Regionale recante “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA)”.
L’obiettivo è fornire una risposta organica e strutturata all’aumento dell’incidenza di tali disturbi. Le finalità prioritarie sono:
- Promozione di una presa in carico precoce, integrata e multidisciplinare.
- Istituzione e rafforzamento della rete assistenziale regionale per i pazienti affetti da DNA.
- Attivazione di campagne di sensibilizzazione, iniziative formative e progetti di ricerca dedicati.
- Garanzia di omogeneità nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio regionale.
La proposta di Legge si compone di 10 articoli:
- Articolo 1 (Oggetto e finalità): Definisce l’ambito di applicazione e le finalità della Legge, riconoscendo la rilevanza sociale dei DNA e promuovendo interventi coordinati. Riconosce e valorizza il ruolo delle realtà operative nel sistema sanitario e sociosanitario regionale e nel Terzo settore (ETS), promuovendo una sinergia operativa.
- Articolo 2 (Definizioni): Fornisce le definizioni essenziali, inclusi “disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA)” con l’elenco delle sindromi principali, i “contesti di cura” e i “percorsi” assistenziali attivabili.
- Articolo 3 (Livelli di assistenza): Assicura l’erogazione dei LEA per le persone con DNA in conformità con la normativa nazionale. Promuove l’attivazione del “codice lilla” nei pronto soccorso regionali per il triage e la presa in carico precoci. Prevede interventi di diagnosi precoce nei contesti scolastici, sportivi e di aggregazione giovanile. Gli interventi di prevenzione sono demandati ai servizi territoriali dedicati, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
- Articolo 4 (Rete regionale di assistenza a pazienti affetti da DNA): Istituisce la Rete regionale di assistenza, senza nuovi o maggiori oneri. Questa rete è concepita come un sistema integrato di servizi basato su principi di umanizzazione, prossimità, integrazione sanitaria e socio-sanitaria, multidisciplinarietà e continuità assistenziale. Si avvale del Tavolo tecnico per il coordinamento e si basa sulla costituzione di équipe multidisciplinari formali e percorsi condivisi. Particolare attenzione è data alla presa in carico in età pediatrica e adolescenziale, coordinata da un neuropsichiatra infantile.
- Articolo 5 (Formazione, informazione, sensibilizzazione e ricerca): Promuove attività di formazione specialistica e aggiornamento per operatori, inclusi MMG e PLS, con focus sul riconoscimento precoce nei bambini e adolescenti. Prevede percorsi formativi per famiglie, caregiver e operatori sportivi, e collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. La formazione specialistica è demandata a centri strutturati nel SSR per garantirne l’uniformità. Vengono specificate le aree degli obiettivi formativi (diagnostica, trattamenti psicologici, area medico/internistica, riabilitazione nutrizionale). Promuove campagne di sensibilizzazione e informazione sui DNA, anche attraverso canali digitali, con attenzione alla popolazione giovanile. Istituisce la Giornata regionale di sensibilizzazione sui DNA il 15 marzo, in concomitanza con la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Promuove progetti di ricerca scientifica per il monitoraggio clinico ed epidemiologico. Prevede una sezione informativa sui DNA nel portale regionale.
- Articolo 6 (Tavolo tecnico per la prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione): Istituisce, senza nuovi o maggiori oneri, presso il dipartimento regionale competente, un Tavolo tecnico con funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio. Il Tavolo ha una composizione multidisciplinare che include rappresentanti di ASP, AO, AOU, Ordini professionali, società scientifiche, pediatri, MMG, nutrizionisti, psicologi, biologi nutrizionisti, rappresentanti del TaRSiN, della Rete oncologica e della Rete di Nutrizione Clinica, associazioni di pazienti ed ETS, e un rappresentante dell’USR. Il Tavolo formula proposte alla Giunta regionale, elabora e aggiorna linee guida per garantire uniformità di trattamento, e analizza l’efficacia clinica degli interventi. La partecipazione è a titolo gratuito.
- Articolo 7 (Centri per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione): Promuove l’istituzione di Centri di riferimento regionali, uno in ciascuna provincia, quali nodi operativi della Rete regionale. Operano secondo modelli organizzativi multidisciplinari e integrati, in raccordo con le ASP, AO e l’AOU. I requisiti organizzativi e funzionali sono definiti dalla Giunta regionale, previo parere del Tavolo tecnico.
- Articolo 8 (Clausola valutativa): Introduce un meccanismo di monitoraggio e valutazione biennale, prevedendo la presentazione al Consiglio regionale di una relazione sullo stato di attuazione, i risultati ottenuti, lo stato della Rete, le attività formative e di sensibilizzazione, l’andamento epidemiologico e le eventuali criticità. Prevede la pubblicità dei dati e dei documenti conclusivi dell’esame consiliare.
- Articolo 9 (Clausola di invarianza finanziaria): Stabilisce che l’attuazione della legge avviene senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, mediante l’utilizzo delle risorse già disponibili. Eventuali oneri trovano copertura nei limiti delle risorse già stanziate nei pertinenti capitoli di bilancio.
- Articolo 10 (Entrata in vigore): Stabilisce l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale.
Questa proposta di Legge rappresenta un intervento legislativo strategico e necessario per affrontare in modo organico e strutturato la problematica dei DNA nella Regione Calabria. Punta a garantire un accesso uniforme e tempestivo alle cure, a favorire una reale integrazione tra servizi sanitari, sociosanitari, educativi e del volontariato, e a istituire una rete strutturata e coordinata. Attraverso la prevenzione, la formazione e la sensibilizzazione, si intende favorire un cambio di paradigma nella percezione sociale dei DNA, riconoscendoli come una questione di salute pubblica e benessere comunitario.
Prossimi Passi: La Discussione in Commissione
Un momento cruciale per il percorso di questa proposta di Legge è la sua discussione nella Terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative del Consiglio Regionale della Calabria. (Si noti che la data e l’ora della discussione, sebbene richieste dall’utente e incluse nella precedente interazione, non sono presenti negli estratti della fonte fornita per questa risposta specifica.) L’appuntamento è per la Seduta N. 65 del 15/05/2025 alle ore 11:00, secondo l’Ordine del giorno previsto.
Questo è un passaggio fondamentale per trasformare la proposta in realtà e dotare la Calabria degli strumenti normativi necessari per affrontare in modo sistematico e integrato la complessa sfida dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.