
Sbloccate Risorse Importanti per le Liste d’Attesa in Calabria nel 2023: Un Focus sui Decreti Regionali
Il tema delle liste d’attesa rappresenta una sfida cruciale per il sistema sanitario in Italia, e la Regione Calabria non fa eccezione. Nel corso del 2023, importanti risorse regionali sono state stanziate con l’obiettivo primario di ridurre i tempi di attesa per diverse prestazioni sanitarie. Questo articolo del blog si propone di analizzare nel dettaglio come queste risorse sono state ripartite tra le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e le Aziende Ospedaliere (AO) calabresi, basandosi su quanto stabilito da specifici decreti regionali.
Il Quadro Normativo e l’Approvazione del Riparto: Il DCA n. 345/2024
La ripartizione dei fondi per le liste d’attesa del 2023 affonda le sue radici in diverse disposizioni normative sia nazionali che regionali. Tra queste, spiccano il Decreto-Legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito con modificazioni dalla L. 24 febbraio 2023, n. 14, l’articolo 4, commi 9-septies e 9-octies, del Decreto-Legge n. 34 del 2023, art.11, comma 1, e la Legge 30 dicembre 2023, n. 213, art. 1 commi 218-222 e commi 232-233.
Il provvedimento chiave che ha formalmente approvato il riparto di questi fondi è il DCA (Decreto del Commissario ad Acta) n. 345 del 07/11/2024. Questo decreto, emanato dal Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, il Presidente Roberto Occhiuto, ha stabilito la destinazione di un importo complessivo di € 20.059.767,47 alle Aziende Sanitarie calabresi.
Il DCA n. 345/2024 ha tenuto conto di diverse fonti di finanziamento destinate al recupero delle liste d’attesa, tra cui:
- € 11.439.621,18 previsti dal D.L. 198/2022, art. 4 comma 9-octies, come quota destinata specificamente al recupero delle liste d’attesa (corrispondente allo 0,3% del fondo indistinto del fabbisogno sanitario nazionale).
- € 1.560.210,00 destinati a prestazioni aggiuntive per il personale medico e € 624.084,00 per il personale infermieristico, ai sensi del D.L. 34/2023 art.11, comma 1.
- € 6.240.000,00 per prestazioni aggiuntive del personale medico e € 2.496.000 per il personale sanitario di comparto, come stabilito dall’allegato III alla legge 30 dicembre 2023, n. 213.
È importante notare che una quota di € 2.300.147,69 è stata assegnata separatamente alle aziende ospedaliere per il recupero delle prestazioni non erogate negli anni 2020 e 2021 a causa della pandemia, in base alla legge di bilancio n. 234 del 2021. Questa somma è stata esclusa dal riparto complessivo di € 20.059.767,47.
La ripartizione approvata dal DCA n. 345/2024 tra le varie ASP e AO calabresi è stata la seguente:
- ASP di Cosenza: € 4.160.519,66
- ASP di Crotone: € 1.388.929,28
- ASP di Catanzaro: € 2.336.932,10
- ASP di Vibo Valentia: € 1.083.330,20
- ASP di Reggio Calabria: € 3.913.146,32
- AO di Cosenza: € 2.207.110,90
- AOU “R. Dulbecco” di Catanzaro: € 2.787.663,75 (allora denominata AO Dulbecco)
- AO di Reggio Calabria (GOM): € 2.182.135,25
La Liquidazione delle Risorse: Il Decreto Dirigenziale n. 5968/2025
Successivamente all’approvazione del riparto, il Decreto Dirigenziale n. 5968 del 23/04/2025 ha disposto la liquidazione effettiva delle risorse finalizzate alle “Liste di attesa anno 2023” di cui al DCA n. 345-2024. L’importo complessivo liquidato è stato di € 13.623.915,18.
La ripartizione dettagliata di questo importo liquidato per ciascuna Azienda del SSR è la seguente:
- ASP di Cosenza: € 2.325.959,69
- ASP di Crotone: € 777.409,28
- ASP di Catanzaro: € 1.288.612,10
- ASP di Vibo Valentia: € 646.530,20
- ASP di Reggio Calabria: € 2.253.306,32
- AO di Cosenza: € 1.910.187,20
- AOU “R. Dulbecco” di Catanzaro: € 1.922.233,44 (come correttamente denominata nel decreto)
- AO di Reggio Calabria: € 2.499.676,95
Si può notare una differenza tra gli importi approvati con il DCA n. 345/2024 e quelli effettivamente liquidati con il Decreto Dirigenziale n. 5968/2025. Quest’ultimo decreto specifica che la liquidazione fa gravare gli oneri derivanti dall’attuazione sugli appositi capitoli di bilancio e limitatamente agli impegni assunti con i Decreti Dirigenziali n. 20426 e 20400 del 2023. Questi decreti avevano precedentemente accertato e impegnato la quota parte del FSR a destinazione indistinta finalizzata 2023 per le finalità delle liste d’attesa.
Il Decreto Dirigenziale n. 5968/2025 precisa inoltre che l’Azienda Ospedaliero – Universitaria ”Mater Domini” ha assunto la denominazione di Azienda Ospedaliero – Universitaria “Renato Dulbecco” con sede in Catanzaro.
Finalità e Monitoraggio dei Fondi
Le risorse stanziate e liquidate sono specificamente destinate all’abbattimento delle liste di attesa per:
- Prestazioni chirurgiche
- Specialistica ambulatoriale (prime visite ed esami diagnostici)
- Screening oncologici (questi ultimi solo per le aziende sanitarie provinciali)
Le Aziende del SSR, a fronte delle somme assegnate, erano tenute ad adottare, entro trenta giorni dalla pubblicazione del DCA n. 345/2024, un piano operativo dettagliato con un cronoprogramma esecutivo di attività e di spesa. È stato inoltre attivato un sistema di monitoraggio trimestrale per la rendicontazione dell’attività prodotta e della spesa sostenuta. La Regione si riserva il diritto di revocare le somme non utilizzate nel caso in cui le aziende non rispettino le condizioni previste dal piano operativo.
FAQ
1. Qual è lo scopo principale dei provvedimenti regionali descritti nei documenti forniti? Lo scopo principale è affrontare e ridurre le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie nella Regione Calabria. Questo obiettivo viene perseguito attraverso diverse strategie, tra cui l’assegnazione di fondi specifici alle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e alle Aziende Ospedaliere (AO), l’incentivazione del personale sanitario a svolgere prestazioni aggiuntive e l’introduzione di meccanismi di monitoraggio e valutazione dell’efficacia delle misure adottate. Si mira anche a garantire che i tempi di attesa siano conformi alle classi di priorità definite nel Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA).
2. Quali sono le principali fonti di finanziamento destinate al recupero delle liste d’attesa? I finanziamenti provengono principalmente da diverse disposizioni legislative nazionali, tra cui il Decreto-Legge n. 198/2022, il Decreto-Legge n. 34/2023 e la Legge n. 213/2023 (Legge di Bilancio 2024). Questi atti normativi hanno stanziato risorse specifiche a livello nazionale, una quota delle quali è stata destinata alla Regione Calabria per il recupero delle prestazioni non erogate e per incentivare l’attività aggiuntiva del personale sanitario al fine di ridurre le liste d’attesa.
3. Come vengono ripartiti i fondi tra le diverse aziende sanitarie calabresi? I fondi vengono ripartiti tra le ASP e le AO della Regione Calabria sulla base di diversi criteri, tra cui il costo sostenuto dalle aziende per la produzione pubblica di prestazioni specialistiche ambulatoriali e di ricovero ordinario. Il riparto tiene conto anche del ruolo di alcune aziende come “Hub” per specifiche specialità (come la chirurgia oncologica) e della necessità di incrementare marginalmente la disponibilità delle realtà di minori dimensioni. I dettagli specifici degli importi assegnati a ciascuna azienda sono indicati nel DCA n. 345 del 07/11/2024.
4. Quali misure specifiche devono adottare le aziende sanitarie per utilizzare i fondi assegnati? Entro trenta giorni dalla pubblicazione del DCA n. 345/2024, le aziende sanitarie devono adottare un piano operativo per l’abbattimento delle liste d’attesa. Questo piano deve includere: l’individuazione delle prestazioni chirurgiche, specialistiche ambulatoriali (prime visite ed esami diagnostici) e di screening oncologici (solo per le ASP) che presentano maggiori criticità e tempi di attesa superiori ai limiti del PNGLA; l’approvazione di un cronoprogramma esecutivo di attività e di spesa per le finalità indicate.
5. Come viene monitorato l’utilizzo dei fondi e l’efficacia dei piani operativi? È previsto un sistema di monitoraggio trimestrale. Dopo la validazione dei piani operativi delle aziende, queste devono fornire una rendicontazione dettagliata dell’attività prodotta e della spesa sostenuta. La Regione si riserva il diritto di revocare le somme non utilizzate qualora le aziende non rispettino le condizioni previste nel piano operativo. Inoltre, l’Organismo paritetico regionale presenta una relazione semestrale sull’attività intramoenia al Comitato paritetico permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), da considerare nella valutazione degli adempimenti relativi alle liste d’attesa.
6. Qual è il ruolo delle prestazioni aggiuntive del personale sanitario nel piano di recupero? Una parte significativa dei fondi è destinata a finanziare l’incremento delle tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive svolte sia dal personale medico che dal personale sanitario del comparto. Questa misura mira a incentivare il personale a lavorare oltre l’orario ordinario per aumentare l’offerta di prestazioni e ridurre le liste d’attesa. L’autorizzazione all’incremento delle tariffe è estesa fino al 31 dicembre 2026 per tutte le prestazioni aggiuntive svolte dal personale medico e sanitario.
7. Cosa succede se i tempi di attesa non rispettano le priorità stabilite? Nell’eventualità in cui i tempi previsti dalle classi di priorità del PNGLA non possano essere rispettati, le direzioni generali aziendali devono garantire l’erogazione delle prestazioni richieste, nei limiti delle risorse disponibili, anche attraverso l’utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria, secondo le disposizioni nazionali vigenti. I direttori generali sono responsabili del rispetto di questa disposizione e sono soggetti ad azioni disciplinari e di responsabilità erariale in caso di mancata erogazione della prestazione.
8. In che modo il coinvolgimento delle strutture private accreditate contribuisce al piano di recupero? Per garantire la completa attuazione dei Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa, le regioni, inclusa la Calabria, possono avvalersi, fino al 31 dicembre 2024, anche delle strutture private accreditate. Questo avviene in deroga ad alcune limitazioni previste dalla normativa precedente, consentendo di ampliare la capacità di erogazione delle prestazioni sanitarie e contribuire più efficacemente alla riduzione dei tempi di attesa.


